La domanda chiave è: l’infezione da SARS-CoV-2 provoca immunità protettiva contro una eventuale riesposizione?
Soggetti che guariscono da determinate infezioni virali sviluppano risposte anticorpali specifiche che conferiscono loro immunità protettiva contro una eventuale riesposizione a quello specifico virus, questa immunità naturale protettiva non vale, però, per tutti i virus. Studi condotti sul coronavirus 229E (raffreddore comune) hanno, infatti, evidenziato la possibilità di una immunità naturale parziale.
Comprendere l’immunità protettiva nei confronti di SARS-CoV-2 è di fondamentale importanza per lo sviluppo di un vaccino e di strategie di salute pubblica volte a porre fine alla pandemia globale di COVID-19.
Uno studio, pubblicato recentemente su Science, ha sviluppato su 9 macachi Rhesus un modello di infezione da SARS-CoV-2 che, per molti versi, ricapitola l’infezione umana mostrando alti livelli di replicazione virale nel tratto respiratorio superiore ed inferiore e chiare evidenze di polmonite virale. L’infezione da SARS-CoV-2 ha indotto in tutti i macachi risposte immunitarie umorali e cellulari fornendo loro protezione contro la reinfezione. Gli animali, infatti, riesposti a SARS-CoV-2 hanno mostrato una riduzione di 5 log10 della carica virale mediana nel lavaggio bronco-alveolare e nella mucosa nasale rispetto all’infezione primaria.
I dati forniti dallo studio supportano la possibilità di approcci immunologici per la prevenzione e il trattamento dell’infezione. Tuttavia, gli autori stessi sottolineano la presenza di importanti differenze tra l’infezione SARS-CoV-2 nei macachi e nell’uomo, con molti parametri ancora da definire in entrambe le specie, per cui i dati presentati vanno interpretati con cautela.
Per maggiori informazioni:
https://science.sciencemag.org/content/early/2020/05/19/science.abc4776
Fonte
Abishek Chandrashekar et al. SARS-CoV-2 infection protects against rechallenge in Rhesus macaques. Science, 20 May 2020. DOI: 10.1126/science.abc4776