Incontro tra Scienza e Policy-making nazionale con la partecipazione del Ministero della Salute su modelli gestionali per il futuro e a tutela della salute pubblica post pandemia. Nell’ottica della riapertura del Paese, sono stati discussi percorsi di diagnostica molecolare e linee di indirizzo condivise nel variegato panorama delle tecnologie diagnostiche ad oggi disponibili con attenzione alla sostenibilità di lungo periodo per il sistema.
Roma 16 giugno 2021 – Oltre 4,2 milioni di casi Covid-19 identificati solo in Italia da febbraio 2020 grazie a una capacità di processazione giornaliera dei campioni arrivata fino a oltre 200.000 unità giornaliere di test molecolari per SARS CoV-2 ai primi di marzo 2021*. Questo dato risulta particolarmente rilevante alla luce del fatto che in epoca prepandemica la stima media di test molecolari eseguiti giornalmente era inferiore di oltre il 95%.
Numeri senza precedenti che hanno dimostrato la centralità della medicina di laboratorio ed in particolare della MICROBIOLOGIA al servizio della tutela della salute in quanto unico sistema per avere in tempi rapidi dati diagnostici, fondamentali per un corretto isolamento dei pazienti infetti ed il conseguente e contact tracing.
Chiamata a erogare servizi di qualità per i cittadini, gestire situazioni straordinarie con le risorse a disposizione e a fornire supporto al territorio con programmi e processi altamente strutturati, nella diagnostica sta rivestendo un ruolo fondamentale l’informatizzazione e stanno rivelando la propria utilità per l’ottimizzazione gestionale e dei costi, in contesti a bassa prevalenza dell’infezione, anche tecniche di pooling o meglio di group testing, ovvero un test eseguito su più campioni contemporaneamente dopo un raggruppamento “intelligente” degli stessi.
Per garantire continuità di supporto e sicurezza nella riapertura, i Laboratori di riferimento regionali stanno già proattivamente strutturando processi di gestione sul territorio, al fine di supportare la stagione turistica e consentire un adeguato monitoraggio per la riapertura delle scuole a settembre.
Si sta predisponendo, in particolare, l’uso di campioni più semplici da gestire e di raccolta meno fastidiosa rispetto allo standard del secreto nasofaringeo finora utilizzato, che però consentano di mantenere un identico livello di affidabilità clinica ed epidemiologica del risultato. Un ulteriore vantaggio di questo approccio diagnostico è rappresentato dalla concreta possibilità di essere prelevabili direttamente dai pazienti stessi (come il tampone nasale e il campione salivare, “in auto-prelievo assistito”). Tale prassi di “supervised self collection” consente una maggiore frequenza di testing in quanto maggiormente accettabile per il paziente e un minore impatto sull’organizzazione sanitaria, consentendo infine un consistente risparmio di personale e di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario direttamente coinvolto nel prelievo.
A tale proposito il Sottosegretario alla Salute On. Andrea Costa sottolinea la cruciale importanza di un approccio sinergico fra Politica e Scienza, nell’ambito del quale la sfera politica sia in grado di supportare le scelte operative definite dal mondo scientifico e il continuo progresso della ricerca nell’identificazione di soluzioni adeguate a tutelare la salute pubblica e l’efficienza del sistema sanitario.
Questi i temi di sintesi del Webinar del 1 giugno dedicato alla comunità scientifica “La gestione del Covid-19. Orientamenti politici e opzioni diagnostiche a servizio della salute pubblica e della riapertura in Italia” con il patrocinio di SIM, Società Italiana di Microbiologia, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e la partecipazione del Ministero della Salute e di esponenti della comunità scientifica italiana, riunitisi per condividere spunti e riflessioni sui nuovi modelli gestionali necessari alla riapertura del Paese e alla tutela della salute pubblica.
“L’incredibile numerosità dei tests (circa 250) che – grazie all’impulso in ricerca – è oggi disponibile sul mercato, ha reso la scelta sempre più complicata – commenta la Prof.ssa Stefania Stefani, Università di Catania – Presidente SIM -. Sia i test molecolari che quelli antigenici, con diverso grado di sensibilità analitica, richiedono comunque una contestualizzazione epidemiologica, sia in ospedale che nel territorio. Soltanto gli esperti del settore possono valutare appieno il giusto test, che deve rispondere pienamente ad un quesito specifico e deve essere applicato alla giusta popolazione.”
“Mai come in questo caso il professionista microbiologo ha a disposizione un ampio armamentario diagnostico per scegliere il giusto test sulla base delle varie necessità esistenti (screening, diagnosi, contact tracing) – sottolinea il Prof. Maurizio Sanguinetti, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma – Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli ”, Roma – Presidente ESCMID -. E’ molto importante che queste scelte e questi flussi diagnostici siano governati da professionisti qualificati, come appunto è il Microbiologo Clinico”.
L’impatto sul flusso di lavoro dei laboratori è stato realmente straordinario, in termini numerici e di sicurezza, ma altrettanto reattiva la capacità di risposta grazie alla categorizzazione dei workflow di processazione dei campioni in base all’urgenza – oggi integrata alla sorveglianza delle nuove varianti virali mediante tecnologia NGS- Whole Genome Sequencing – e alla tecnologia adottata in supporto per ridurre, prima di tutto, i rischi di cattiva identificazione del campione ed esposizione del personale a rischio biologico e poi per la sperimentazione e l’implementazione di sistemi di controllo di qualità delle metodiche di indagine molecolare per migliorare l’operatività clinica in uno scenario di controllo endemico.
“Grazie alla collaborazione con i Colleghi del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” abbiamo sviluppato una strategia di group testing avanzato che consente di valutare 100 campioni eseguendo in realtà solo 70 test – spiega il Prof. Vittorio Sambri Università di Bologna – AUSL della Romagna -. Tradotto in altri termini, questo approccio rivoluzionario e basato su tecniche di Artificial Intelligence ha dimostrato una concordanza di oltre il 98% dei risultati con la normale metodologia del test eseguito in singolo. Un’ immediata conseguenza è la possibilità di avere, a seconda del tasso di positività dei test singoli al momento della introduzione della strategia di group testing, un risparmio (ipotizzando un costo a test di 20€) fino ad un milione di €/giorno su un numero di pazienti saggiati pari a 160.000, o in alternativa aumentare di oltre il 30% il numero dei soggetti saggiati con una spesa costante.”
Nella strategia di contrasto alla pandemia, è stato e sarà sempre più decisivo il network dei laboratori come mezzo per rafforzare la diagnostica e la sorveglianza, garantire sistemi di qualità ed elevati standard di riferimento anche per il personale, nonchè l’approvvigionamento e la differenziazione del parco macchine nazionale, tutti fattori cruciali per l’autosostenibilità dei singoli Paesi.
Fondamentale il riconoscimento avvenuto con il decreto Rilancio del 16 luglio 2020 che ha introdotto l’obbligo per le Regioni di costituire Reti di laboratori di Microbiologia e Virologia a supporto della diagnostica regionale integrati pubblico-privati dopo il superamento di rigorosi proficiency test.
“I Laboratori di Virologia hanno messo in campo tutte le risorse disponibili dimostrando il possesso delle necessarie competenze e capacità organizzative nella gestione dell’emergenza – conclude il Prof. Guido Antonelli INMI “Sapienza” Università di Roma – AOU Policlinico Umberto I, Roma -. La straordinaria rilevanza della pandemia, oltre ad aver permesso di acquisire importanti conoscenze nell’area della microbiologia, ha evidenziato l’importanza di pianificare definiti percorsi emergenziali multidisciplinari”.
* Ministero della Salute