Un virus si replica all’interno delle cellule dell’ospite utilizzandone e sfruttandone i percorsi a proprio vantaggio. Non è dunque del tutto inatteso il fatto che l’esito e la gravità dell’infezione virale siano fortemente influenzati da fattori dell’ospite come l’età, il sesso, le condizioni metaboliche e redox delle cellule bersaglio.
Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato un condizionamento di sesso e genere sul decorso delle infezioni virali; è stato visto, per esempio, che dopo esposizione a virus dell’influenza A, la gravità e la mortalità della malattia sono generalmente più elevate nelle donne rispetto agli uomini. Alla base di questa differenza vi è una rete interconnessa di fattori comportamentali, immunologici, ormonali e genetici strettamente correlati. Studi sperimentali in ratti hanno, infatti, evidenziato che tra le cellule isolate da animali maschi e femmine vi è una differenza anche nei parametri redox. Per esempio, sono state rilevate differenze tra le cellule muscolari lisce vascolari (VSMC) di ratti maschi e femmine in termini di bilancio redox “basale”. I livelli di H2O2 o O2 erano significativamente più bassi nel VSMC delle femmine rispetto ai ratti maschi, mentre il contenuto intracellulare di glutatione (GSH) era maggiore nelle femmine rispetto maschi.
È chiaro, dunque, che molte vie di segnalazione cellulare redox-sensibili sono attivate diversamente nei due sessi, e proprio sulla base di questa constatazione, il Dott. I. Celestino e la Dott.ssa Checconi in un lavoro coordinato dalla Prof.ssa AT. Palamara e la Prof.ssa Nencioni e condotto insieme ad un gruppo di ricercatori di diversi dipartimenti afferenti all’Università Sapienza di Roma, all’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, all’ Istituto Superiore di Sanità e all’ Università di Firenze, hanno indagato il ruolo dello stato redox nella disparità sessuale osservata nella risposta ad infezione da virus influenzale di tipo A.
Immagine da Celestino I. et al, Frontiers in Immunology, 2018.
Lo studio, pubblicato recentemente su Frontiers in Immunology, ha evidenziato che topi femmina erano meno sensibili dei maschi al virus dell’influenza adattato (A/PR8 /H1N1), infatti le femmine con infezione da PR8 mostravano un tasso di sopravvivenza più elevato (+ 36%), un decorso della malattia più lieve ed una minore perdita di peso. Le femmine mostravano anche segni istopatologici più lievi ed una carica virale inferiore. L’analisi dei
meccanismi alla base delle disparità sessuali osservate durante l’infezione ha rivelato che le femmine presentavano nel siero un potere antiossidante totale più elevato ed i loro polmoni erano caratterizzati da maggiore: contenuto e biosintesi di glutatione; espressione ed attività di enzimi antiossidanti ed espressione della proteina anti-apoptotica Bcl-2. I topi maschi con infezione erano, invece, caratterizzati da elevata espressione di NADPH ossidasi 4 ossidasi e fosforilazione di p38 MAPK, enzimi che promuovono la replicazione virale. Questi, rappresentano fattori di fondamentale importanza per l’omeostasi cellulare, per cui i risultati dello studio suggeriscono che le disparità sessuali osservate nella risposta dell’ospite all’infezione virale possano essere determinate da differenze nella capacità dei due sessi di mantenere l’omeostasi redox.
La valutazione dello stato redox delle cellule ospiti e degli effetti correlati al sesso può contribuire allo sviluppo di nuove terapie mirate e sesso-specifiche.
Fonte
Ignacio Celestino, Paola Checconi, Donatella Amatore, Marta De Angelis, Paolo Coluccio, Rosanna Dattilo, Danilo Alunni Fegatelli, Anna Maria Clemente, Paola Matarrese, Maria Gabriella Torcia, Romina Mancinelli, Caterina Loredana Mammola, Enrico Garaci, Anna Rita Vestri, Walter Malorni, Anna Teresa Palamara, and Lucia Nencioni. Differential redox state contributes to sex Disparities in the response to influenza Virus infection in Male and Female Mice. Front. Immunol. 9:1747; 2018.